Bruno Zaro con Terra d’Istria alla Comunità degli Italiani di Pola

Testo e fotografie di Luisa SORBONE

31.03.2025.

È uno dei modi più ances­tra­li per esplo­ra­re il mon­do, il cam­mi­na­re. E non è mai un’es­pe­ri­en­za bana­le. Anche nei per­cor­si più conos­ci­uti, suc­ce­de che qual­co­sa modi­fic­hi la nos­tra per­ce­zi­one del mon­do. Dettagli non nota­ti pri­ma, pen­si­eri o incon­tri casu­ali che las­ci­ano un seg­no. Si può piani­fi­ca­re un iti­ne­ra­rio, cer­to, ma la vera essen­za del viag­gio sta in ciò che acca­de lun­go la stra­da e nel­l’o­sser­va­re la real­tà con occ­hi diver­si. Non per nien­te la nar­ra­ti­va di viag­gio è anco­ra oggi tra i gene­ri let­te­ra­ri più affas­ci­nan­ti, anc­he sen­za sco­mo­da­re auto­ri del cali­bro di Kerouac, Chatwin o Terzani.

Il viag­gio di Bruno Zaro in Istria, ter­ra lega­ta alle sue radi­ci fami­li­ari, ha avu­to ini­zio nel mag­gio del 2023 e si è con­clu­so dopo due mesi di cam­mi­no. Da ques­ta espe­ri­en­za è nato il libro Terra d’Istria, che l’a­uto­re ha pre­sen­ta­to alla Comunità degli Italiani di Pola vener­dì scor­so, in una sera­ta ani­ma­ta da un inte­re­ssan­te scam­bio di rifle­ssi­oni con Vito Paoletić. “Il tour sta andan­do mol­to bene”, ha det­to Zaro, “con Terra d’Istria sto tor­nan­do nei luog­hi che ho per­cor­so a piedi, e sono dav­ve­ro gra­to per l’accoglienza calo­ro­sa che mi sta­te riservando”.

La cos­ci­en­za dell’istrianità

Le ori­gi­ni di Bruno Zaro sono lega­te alla memo­ria del­la sua fami­glia e all’Istria. “Ricordo che da pic­co­lo vede­vo gira­re in casa il gior­na­li­no Isola nos­tra,” rac­con­ta, “ma mio padre, nato a Isola nel 1929 e poi esu­le a Torino negli anni Cinquanta, non par­la­va mol­to del suo passa­to. Credo che fosse una carat­te­ris­ti­ca comu­ne a quel­la gene­ra­zi­one, o for­se un modo per evi­ta­re di affron­ta­re ricor­di trop­po dolo­ro­si”. Bruno, da raga­zzo e poi insi­eme alla sua fami­glia, in Istria ci è sem­pre tor­na­to, ma è sta­to intra­pren­den­do ques­to viag­gio da solo, cam­mi­nan­do lun­go i sen­ti­eri, res­pi­ran­do l’aria del­la ter­ra istri­ana e incon­tran­do la gen­te, che ha dav­ve­ro ris­co­per­to il sig­ni­fi­ca­to del­le sue radici.

Il viag­gio

Zaro ha fat­to un per­cor­so ad anel­lo di 527 chi­lo­me­tri, da Trieste alla cos­ta istri­ana, toc­can­do i pun­ti più estre­mi del ter­ri­to­rio, sem­pre a piedi, fino a rag­gi­un­ge­re Fiume, per poi pro­se­gu­ire in auto­bus per cir­ca sessan­ta chi­lo­me­tri, giun­gen­do a Pisino. Nel trat­to fina­le anco­ra il cam­mi­no a piedi fino a Pinguente, e da lì un tre­no per arri­va­re a Piedimonte, in Slovenia.

Gli incon­tri e le testimonianze

L’emozione più gran­de gli è arri­va­ta dal­l’in­con­tro con la gen­te. “L’ascolto ha rap­pre­sen­ta­to la par­te più affas­ci­nan­te ed emo­zi­onan­te del mio viag­gio”, ha affer­ma­to. Le tes­ti­mo­ni­an­ze rac­col­te nel libro sono nume­ro­si­ssi­me, quasi un cen­ti­na­io. Un mosa­ico di voci che rac­con­ta­no la vita e le espe­ri­en­ze di chi ha vissu­to in pri­ma per­so­na la sto­ria dell’Istria, ma anc­he di chi, dopo l’esodo, ha tro­va­to una nuova casa in Italia. Grazie soprat­tut­to al sup­por­to del­le Comunità ita­li­ane pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio, Zaro ha avu­to modo di entra­re in con­tat­to con mol­te per­so­ne che lo han­no accol­to con gene­ro­sità, offren­do­gli spe­sso un pas­to cal­do e un luogo dove per­not­ta­re. Non sono man­ca­ti anc­he incon­tri spon­ta­nei, con sco­nos­ci­uti che, incu­ri­osi­ti dal suo pro­get­to, si sono fer­ma­ti a rac­con­tar­gli la loro sto­ria. Le tes­ti­mo­ni­an­ze giun­go­no da per­so­ne di età e pro­ve­ni­en­za diver­sa, com­pre­si mol­ti esu­li che oggi vivo­no a Trieste o a Torino. “Sono sto­rie mol­to varie e, al di là del­le sin­go­le espe­ri­en­ze, voglio sot­to­li­ne­are che le ide­olo­gie non sono mai al cen­tro di ques­to libro. Non è un’opera con­no­ta­ta poli­ti­ca­men­te”, pre­ci­sa Zaro. Voci di vicen­de uma­ne, insom­ma, sen­za fil­tri ideologici.

Il cam­mi­no come filo conduttore

Terra d’Istria è il quar­to libro di Bruno Zaro, che nel­la sua scrit­tu­ra unis­ce il tema del cam­mi­no a quel­lo del­la sco­per­ta. Il pri­mo libro è una fiaba, il secon­do rac­con­ta del­le sue espe­ri­en­ze di cam­mi­ni, tra cui quel­lo di Santiago e del­la Francigena, men­tre il ter­zo entra nel­la Storia e nar­ra le vicen­de di ribel­li passa­ti e con­tem­po­ra­nei. In Terra d’Istria, il cam­mi­no diven­ta un filo inti­mo e per­so­na­le che unis­ce passa­to e pre­sen­te. “Sarebbe bel­lo rius­ci­re a cos­tru­ire un vero e pro­prio cam­mi­no dell’Istria”, ha det­to al ter­mi­ne del­l’in­con­tro, un per­cor­so che segua le tap­pe da lui attra­ver­sa­te, sug­ge­ren­do iti­ne­ra­ri poco bat­tu­ti ma ric­c­hi di sig­ni­fi­ca­to, come ad esem­pio il sen­ti­ero dedi­ca­to a Francesco Bonifacio.

I pro­ssi­mi incontri 

Dopo gli incon­tri pre­sso le CI di Isola, Buie, Umago, Verteneglio, Orsera, Parenzo, Crassiza, Dignano e Pola, le pre­sen­ta­zi­oni di Terra d’Istria con­ti­nu­ano in altre cit­tà istri­ane. Le pro­ssi­me tap­pe: a Rovigno il 31 mar­zo, ad Albona il 1 Aprile, a Fiume il 3 apri­le e a Laurana il 4 aprile.

Terra d’Istria è pub­bli­ca­to da LAReditore edi­zi­oni, 2024, Perosa Argentina (Torino), 204 pagine.