Il viaggio di Claudia Durastanti dalla Lucania contadina alla Luna
“Missitalia”: un romanzo corale di vite immaginarie
Testo di Luisa SORBONE
“Missitalia” è tra i titoli presenti alla trentunesima Fiera del libro in Istria. È il quinto libro di Claudia Durastanti, scrittrice e traduttrice nata a New York e cresciuta in un paesino della Basilicata.
Pubblicato da La Nave di Teseo nel 2024, uscito in Croazia nel mese di giugno di quest’anno con Naklada OceanMore, “Missitalia” intreccia tre storie ambientate in tre epoche diverse: il brigantaggio degli anni 1860 – 1870, il dopoguerra degli anni ’50 e un futuro utopico. Quasi tre romanzi in uno, a metà tra la Storia e la fiction, che hanno in comune temi e territori. Il contesto geografico è quello della Val d’Agri, a sud-ovest della Basilicata, terra d’origine familiare. I temi sono quelli universali: la femminilità e la rappresentazione identitaria, il rapporto con la comunità, la memoria familiare e il mutamento sociale, la tensione continua tra modernità e radici culturali.
Il titolo, “Missitalia”, sfrutta la polisemia e gioca ironicamente con la denominazione del celebre concorso di bellezza: come a dire che dietro l’apparenza nazional-celebrativa della ritualità da passerella si nasconde, in realtà, il ritratto complesso e contraddittorio di un’identità, soprattutto quella del sud-Italia, fatta sì di glamour ma anche di promesse mancate, come suggerisce l’inglese “miss”.
Oltre al territorio, le donne sono le vere protagoniste del romanzo. Tutte forti e determinate, capaci di rischiare e di fallire.
Amalia, nella prima storia, è una donna libera e coraggiosa. Una “Madre” putativa, così la chiamano, che accoglie ragazze abbandonate e briganti reduci dagli scontri, in un mondo agreste ed esoterico, dipinto dall’autrice nei dettagli, che resiste fino all’avvento della prima Fabbrica. Ada, antropologa romana, nella seconda storia, fa parte di una spedizione in Lucania per studiare il folklore e la cultura, proprio negli anni del secondo dopoguerra in cui la regione si trova ad affrontare l’ipotesi, sempre più realistica, della nascita di impianti estrattivi che inevitabilmente provocheranno sconquassi geografici. A distanza di cent’anni, nella terza parte, la Lucania diventa un avamposto futuristico da cui decollano navicelle spaziali che vanno sulla Luna. “A”, la protagonista, ha il compito di stoccare “il contenuto delle capsule temporali rinvenute in vari punti della terra”, per salvare e custodire la memoria collettiva del pianeta Terra e la sua storia.
Tre donne accomunate dalla sensibilità nei confronti del paesaggio, della memoria e della tradizione. “Vite immaginarie” le ha definite la stessa autrice, che danno vita ad un romanzo corale carico di tensioni reali.
Lo stile resta uno degli aspetti più interessanti di quest’opera. Un linguaggio ricchissimo di immagini e descrizioni nella prima storia, che per certi versi rimanda al realismo magico di Gabriel García Márquez. Uno stile che progressivamente si assottiglia, fino a ridursi all’essenziale nella terza storia, diventando sempre più denotativo come nelle frasi di una “queneauiana” Morale élémentaire. “E quelle erano le ragioni – si legge in una delle pagine conclusive, quasi come un verso poetico staccato dalla prosa – per cui le persone sarebbero tornate indietro”.
Claudia Durastanti ha esordito nel 2010 con il romanzo Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra vincendo il “Premio Mondello Giovani”, il “Premio Castiglioncello Opera Prima” e arrivando in finale al “Premio John Fante Opera Prima”. Ha pubblicato i romanzi A Chloe, per le ragioni sbagliate nel 2013 e tre anni dopo Cleopatra va in prigione. Con La straniera, del 2019, un mémoir familiare dedicato alla figura della madre entra nella cinquina finale del “Premio Strega”, vince il “Premio Strega Off” e il “Premio Pozzale Luigi Russo”. Sempre con La straniera è finalista al “Premio Alassio Centolibri” e al “Premio Viareggio”. Il libro è tradotto in diverse lingue.
Ha pubblicato inoltre racconti su “Los Angeles Review of Books”,”The Serving Library”, e collabora con “TuttoLibri” e “Internazionale”.
Collabora in qualità di traduttrice con diverse case editrici italiane. Lavora come consulente editoriale per il “Salone del libro di Torino” ed è cofondatrice del “Festival of Italian Literature” in London. Dal 2021 è curatrice de “La tartaruga”, marchio del gruppo.





