Nell’album il brano “Istrska”, come ponte tra tradizione locale e sperimentazione contemporanea
Una musica che racconta di confini e memoria: Luisa Antoni presenta “Fruscii risuonanti” a Trieste
Testo di Luisa SORBONE • Fotografie di Lara PARENTIN
Lunedì prossimo, 8 settembre, all’Antico Caffè San Marco di Trieste, Luisa Antoni – musicologa oltre che noto volto televisivo di RTV Koper-Capodistria – presenterà il suo nuovo album “Fruscii risuonanti”, in un incontro con lo storico della musica e drammaturgo Guido Barbieri. L’album, frutto di un lavoro decennale, è un itinerario sonoro che va da Venezia fino ai Balcani, passando per Cividale, Trieste e l’Istria, addentrandosi nei confini culturali e nella memoria storica dei territori.
L’evento è promosso dal Triestebookfest 2025 “L’isola che non c’è”, che quest’anno festeggia la sua decima edizione con 45 incontri distribuiti in 13 luoghi della città.
Pubblicato il 6 settembre 2024 dall’etichetta EMA Vinci, “Fruscii risuonanti” raccoglie dieci anni di sperimentazione, dal 2013 al 2023, tra sale da concerto e studi di registrazione in Italia e Slovenia.
Un album ricco di combinazioni sonore – arpa, violino, viola, pianoforte, sax e vibrafono – evocativi di storia, memoria e identità.
Due dei tredici brani si ispirano a figure femminili e poetiche, come Arsi, piansi, cantai che richiama un sonetto della poetessa veneziana Gaspara Stampa o Adelaide, che rende omaggio all’attrice e patriota Adelaide Ristori. Altri pezzi, come Nini sine, dedicato ai bambini vittime di guerra, supportano cause civili: i diritti saranno devoluti alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.
Un viaggio musicale tra i confini
Un lavoro, quello di Luisa Antoni, che vuole superare le barriere che confinano la musica contemporanea in una “riserva”, trasformandola in uno spazio di conversazione aperto a tutti.
“Fruscii risuonanti” è infatti concepito come un viaggio tra territori di confine, tra stratificazioni storiche, linguistiche e culturali, che la compositrice traduce in un originale linguaggio musicale. La lunga gestazione del disco, dieci anni, ha permesso alle composizioni di trovare piena espressività, con arrangiamenti che annodano tra loro la poesia, la pittura, la storia e il canto popolare.
“Tra le fonti d’ispirazione” – anticipa Luisa Antoni – “Emily Dickinson, Giuseppe Tartini, Adelaide Ristori, Wislawa Szymborska, melodie bosniache, balcaniche e resistenziali, il canto degli Indiani d’America e le i suoni armonici dell’arpa. Interpreti di altissimo livello – ricorda la compositrice citando Riccardo Pes, Alessandra Trentin, Tommaso Luison, Margherita Crisetig, Pierluigi Piran, Marko Jugovic, Francesca Cescon, Beatrice Zonta, Duo Sagitta, Ex novo ensemble e FontanaMIX Ensemble – danno voce a una scrittura musicale colta ma comunicativa, densa ma sempre accessibile. Una musica che non descrive, ma interroga. Che non consola, ma illumina. Che non si impone, ma resta. Un album da ascoltare con attenzione, come si sfoglia un diario segreto o una mappa antica tracciata a mano: per ritrovare, nota dopo nota, una parte dimenticata del Sé”.
“Istrska”: il richiamo dell’Istria
Ascoltare Istrska è un po’ come fare una passeggiata tra i paesaggi dell’Istria con Luisa Antoni al fianco. Il brano, che chiude l’album, raccoglie più di quindici anni di lavoro e di ascolti, e sembra costruito proprio per raccontare storie di luoghi e persone. È quella l’anima che le note di violino e arpa, violoncello e vibrafono vogliono restituirci. La scala istriana, che attraversa tutto il pezzo, aggiunge un senso di continuità alla musica popolare.
Ma Istrska non è nostalgica. Non spinge a guardare indietro con rimpianto: invita a fermarsi, a respirare e a sentire. “Ogni frase musicale lascia spazio all’ascoltatore per fare il proprio percorso, per trovare immagini e sensazioni personali”. È una musica che parla in maniera semplice, senza effetti spettacolari, eppure è capace di rimanere dentro. E alla fine, quando il pezzo si chiude, resta la sensazione di avere fisicamente camminato tra i villaggi dell’Istria, e di aver decifrato, in quelle sonorità, storie antiche e al tempo stesso contemporanee.
Luisa Antoni
Triestina, musicista e giornalista culturale, Luisa Antoni ha un percorso accademico e artistico che unisce musica, filosofia e media. Dopo la maturità classica al Liceo France Prešeren di Trieste, si è laureata all’Università di Trieste con una tesi su Pierre Boulez, vincendo il primo premio della Fondazione T. Tončič.
Si è diplomata in pianoforte come privatista nel 1989 al Conservatorio di Trieste, dove – due anni dopo – si è iscritta al corso di clavicembalo e successivamente a quello di composizione con F. Nieder per poi traferirsi al Conservatorio di Firenze nella classe di M. Cardi.
Dopo la laurea ha vinto diverse borse di studio in Italia, Slovenia e Danimarca. Nell’estate 1999 ha vinto una borsa di studio della Hong Library del college americano St. Olaf nel Minnesota (USA) che le ha permesso di approfondire la filosofia di Soeren Kierkegaard con particolare riguardo alla concezione della musica del filosofo danese. Nel 2006 ha conseguito un Master a Lubiana e un dottorato in estetica musicale contemporanea con tesi su Antonio Banfi, premiata con il riconoscimento musicologico “S. Sasso” e pubblicata in italiano e sloveno.
Dal 1990 ha collaborato con RAI Trieste, RTV Slovenija e RTV Koper-Capodistria, lavorando come programmatrice, regista e giornalista culturale. Attualmente cura e conduce per RTV Koper-Capodistria il quindicinale televisivo Quarta di copertina, dedicato a musica, letteratura e arti, unendo competenza accademica e sensibilità artistica.
L’album “Fruscii risuonanti” di Luisa Antoni è disponibile per l’ascolto su diverse piattaforme digitali, tra cui Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, YouTube Music, Tidal. Inoltre, è disponibile una versione audio/video su DVD, acquistabile attraverso il sito ufficiale di Luisa Antoni.





