La presentazione in anteprima alla venticinquesima edizione di Pordenonelegge

In un documentario la vita di Mladen Machiedo

Testo di Luisa SORBONE • Fotografia di Matteo PRODAN

23.09.2024

Il pro­gram­ma di PordenoneLegge 2024 “Poesia Doc” ha aper­to con l’anteprima del docu­men­ta­rio “Mladen Machiedo. La quoti­di­anità non ordi­na­ria di un ita­li­anis­ta cro­ato”. Il docu­men­ta­rio è pro­dot­to dal­la Comunità Croata di Trieste-Hrvatska Zajednica u Trstu e reali­zza­to con il con­tri­bu­to del­la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.

PordenoneLegge è ques­t’an­no alla sua ven­ti­cinqu­esi­ma edi­zi­one, con 600 auto­ri pro­ve­ni­en­ti da ogni par­te del mon­do e oltre 300 even­ti. Nell’ambito del car­tel­lo­ne Poesia Doc, orga­ni­zza­to da Pordenonelegge in siner­gia con Cinemazero, mer­co­ledì 18 set­tem­bre pre­sso Cinemazero è sta­to pro­iet­ta­to in ante­pri­ma nazi­ona­le il fil­ma­to “Mladen Machiedo. La quoti­di­anità non ordi­na­ria di un ita­li­anis­ta cro­ato”. Un rac­con­to di paro­le e istan­ta­nee di vita che pre­sen­ta per la pri­ma vol­ta al pub­bli­co il mon­do pub­bli­co e pri­va­to di uno dei mag­gi­ori intel­let­tu­ali del Novecento.

“Mladen Machiedo. La quoti­di­anità non ordi­na­ria di un ita­li­anis­ta cro­ato” è pro­dot­to da J.C. Damir Murkovic per la Comunità cro­ata di Trieste-Hrvatska zajed­ni­ca u Trstu, cura­to da Cristina Bonadei per la regia di Matteo Prodan e reali­zza­to con il con­tri­bu­to del­la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.

Ordinario di Italianistica all’Università del­la sua cit­tà, Machiedo è poeta, sag­gis­ta, cri­ti­co. Traduttore di vari auto­ri, da Michelangelo a Campana, da Montale a Calvino e Pavese, ha pub­bli­ca­to 70 tra volu­mi e sag­gi, di cui 20 in ita­li­ano.

Nel 2001 gli è sta­to asseg­na­to il Premio Montale per la tra­du­zi­one e nel 2003 il Premio Flaiano. È di giug­no 2024 il più pres­ti­gi­oso Premio cro­ato Vladimir Nazor per l’Opera omnia nel cam­po del­la letteratura.

Il docu­men­ta­rio ne trat­teg­gia la per­so­na­lità eclet­ti­ca attra­ver­so i ricor­di, gli aned­do­ti, le passi­oni artis­tic­he, il suo amo­re per la cul­tu­ra e quel­lo per la moglie Višnja, a cui Machiedo è sta­to lega­to da una pro­fon­da inte­sa affet­ti­va e professionale.

“Machiedo, stra­or­di­na­rio medi­ato­re cul­tu­ra­le – così lo defi­nis­ce Giuseppe Langella nel fil­ma­to – un uomo che sa entra­re in rap­por­to non solo con i tes­ti ma anc­he con le per­so­ne”. E a quel­la di Langella si unis­co­no le dic­hi­ara­zi­oni di sti­ma e appre­zza­men­to di altri cri­ti­ci e col­leg­hi, come Diego Bertelli, Valter Milovan, Snježana Husić, a tes­ti­mo­ni­an­za del suo impor­tan­te con­tri­bu­to alla dif­fu­si­one del­la let­te­ra­tu­ra ita­li­ana in Croazia e di quel­la cro­ata in Italia.

Dal diva­no del­la sua casa di Zagabria, Machiedo si rac­con­ta, in modo diret­to e infor­ma­le, e par­la dei suoi incon­tri con Pier Paolo Pasolini, Eugenio Montale, Italo Calvino, Giuseppe Zigaina. E poi con Nikola Šop, conos­ci­uto negli ulti­mi dieci anni del­la sua vita, tra le due guer­re, poeta che res­ta, insi­eme a Leonardo e Montale, tra gli auto­ri per lui più impor­tan­ti.. “Mi ha affas­ci­na­to la sua visi­one del­la tra­sfor­ma­zi­one dei sen­si, del­l’u­omo cosmi­co e del rap­por­to con gli ogget­ti, sor­pren­den­te per la sua moder­nità, spe­cie se con­si­de­ri­amo il con­tes­to, un esi­guo nume­ro di quat­tro mili­oni di abi­tan­ti. Già pri­ma del­la mia tra­du­zi­one Šop ave­va var­ca­to i con­fi­ni gra­zie alla tra­du­zi­one di Wystan Hugh Auden”. Il volu­me, pur­trop­po, non vide mai la luce per­c­hé il poeta bri­tan­ni­co scom­par­ve poco pri­ma del­la pub­bli­ca­zi­one; se fosse sta­to allo­ra tra­dot­to in ingle­se, la for­tu­na di Šop sareb­be sta­ta deci­sa­men­te maggiore.

E, a pro­po­si­to di mul­ti­cul­tu­ra­lità, rievo­can­do un Novecento attra­ver­sa­to da pro­fon­di muta­men­ti poli­ti­ci e ide­olo­gi­ci dice: “Mi è toc­ca­to vive­re in quat­tro Stati diver­si, sen­za cam­bi­are luogo e casa. Ogni vol­ta ho cam­bi­ato docu­men­ti, istru­zi­one, con­tes­to poli­ti­co.   Sono sta­to sot­to due guer­re e alla ter­za, posso dire, non si soprav­vi­ve psi­co­lo­gi­ca­men­te”.  Riguardo alle patrie cul­tu­ra­li acqu­isi­te, citan­do Croazia, Italia, Portogallo, Francia, Spagna: “mi han­no arric­c­hi­to e com­ple­ta­no la mia per­so­na­lità. Tirando le som­me, ho vissu­to per cir­ca 8 anni in Italia e, anc­he quan­do sono a Zagabria, la mia quoti­di­anità è all’in­seg­na del­la cul­tu­ra ita­li­ana, vivo in Italia anc­he quan­do sono lì.”

Una passi­one per la lin­gua e cul­tu­ra ita­li­ana che risa­le all’a­do­les­cen­za, resa anco­ra più for­te dal­l’in­flu­en­za del­la madre, aman­te del­l’ar­te e pit­tri­ce. Il rac­con­to comin­cia da lon­ta­no. Dagli ini­zi come auto­di­dat­ta – la gram­ma­ti­ca ita­li­ana sot­to gli occ­hi e una radio Marelli all’o­rec­c­hio per ascol­ta­re le can­zo­ni di Sanremo – fino ad arri­va­re alla tesi di dot­to­ra­to su Leonardo Da Vinci.

I rac­con­ti di vita, nel fil­ma­to, si lega­no alle imma­gi­ni del­le cit­tà in cui ha sog­gi­or­na­to e inseg­na­to, mol­te del­le quali ita­li­ane: Pisa, Firenze, Padova, Udine, Trieste, Roma, Reggio Calabria, Taormina, Catania, Trento, dove ha inseg­na­to let­te­ra­tu­ra ita­li­ana agli ita­li­ani. Machiedo ne rac­con­ta le atmo­sfe­re, mete­oro­lo­gic­he, cul­tu­ra­li e uma­ne. Due le pun­ta­te gira­te a Trieste, una alla Facoltà di let­te­re a Spalato duran­te una con­fe­ren­za, altre nel­la sua casa di Zagabria.

I suoi sog­gi­or­ni più lun­g­hi sono sta­ti in Toscana, due anni pre­sso la Normale di Pisa, abi­tan­do a Lucca, e mol­ti mesi a Firenze. “Mi sen­to tos­ca­neg­gi­an­te, anc­he cul­tu­ral­men­te. Le regi­oni ita­li­ane con cui mi sen­to più in sin­to­nia, oltre alla Toscana? Le due più estre­me, il Veneto, anc­he per moti­vi di vici­nan­za, e la Sicilia, dove ho sog­gi­or­na­to parec­c­hie vol­te, anc­he per l’a­mi­ci­zia plu­ri­en­na­le con Bartolo Cattafi.”

Come ogni pro­get­to video pro­mo­sso e reali­zza­to dal­la Comunità Croata di Trieste – Hrvatska Zajednica u Trstu, il docu­men­ta­rio ver­rà dis­tri­bu­ito sia in ter­ri­to­rio ita­li­ano che cro­ato. Verrà anc­he pro­pos­to alle tele­vi­si­oni cro­ate e ita­li­ane e, in paral­le­lo, alle gran­di piat­ta­for­me di stre­aming quali Amazon Prime Video e Arte.Tv.

“Un pro­get­to – com­men­ta J.C. Damir Murkovic – che nas­ce dal­la volon­tà di rac­con­ta­re Mladen Machiedo come uomo oltre che come intel­let­tu­ale e acca­de­mi­co. Il fine è quel­lo di dif­fon­de­re un con­te­nu­to di valen­za cul­tu­ra­le e sto­ri­ca in entram­bi i Paesi, pro­po­nen­do uno scam­bio intel­let­tu­ale teso alla conos­cen­za reciproca.”

“L’intesa uma­na e intel­let­tu­ale – affer­ma Cristina Bonadei, cura­tri­ce del docu­men­ta­ri – che si è venu­ta a cre­are duran­te la serie d’in­con­tri sui poeti e la poesia cro­ata con­tem­po­ra­nea svol­ta­si a Trieste nel­la pri­ma­ve­ra del 2023 e pro­mo­ssa dal­la Comunità Croata di Trieste, si è evo­lu­ta in ques­ta nar­ra­zi­one docu­men­ta­ris­ti­ca, ma l’essenza è quel­la di un con­fron­to infor­ma­le, quasi allo spec­c­hio, fuori da ogni sche­ma e impostazione”.