La presentazione in anteprima alla venticinquesima edizione di Pordenonelegge
In un documentario la vita di Mladen Machiedo
Testo di Luisa SORBONE • Fotografia di Matteo PRODAN
Il programma di PordenoneLegge 2024 “Poesia Doc” ha aperto con l’anteprima del documentario “Mladen Machiedo. La quotidianità non ordinaria di un italianista croato”. Il documentario è prodotto dalla Comunità Croata di Trieste-Hrvatska Zajednica u Trstu e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
PordenoneLegge è quest’anno alla sua venticinquesima edizione, con 600 autori provenienti da ogni parte del mondo e oltre 300 eventi. Nell’ambito del cartellone Poesia Doc, organizzato da Pordenonelegge in sinergia con Cinemazero, mercoledì 18 settembre presso Cinemazero è stato proiettato in anteprima nazionale il filmato “Mladen Machiedo. La quotidianità non ordinaria di un italianista croato”. Un racconto di parole e istantanee di vita che presenta per la prima volta al pubblico il mondo pubblico e privato di uno dei maggiori intellettuali del Novecento.
“Mladen Machiedo. La quotidianità non ordinaria di un italianista croato” è prodotto da J.C. Damir Murkovic per la Comunità croata di Trieste-Hrvatska zajednica u Trstu, curato da Cristina Bonadei per la regia di Matteo Prodan e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Ordinario di Italianistica all’Università della sua città, Machiedo è poeta, saggista, critico. Traduttore di vari autori, da Michelangelo a Campana, da Montale a Calvino e Pavese, ha pubblicato 70 tra volumi e saggi, di cui 20 in italiano.
Nel 2001 gli è stato assegnato il Premio Montale per la traduzione e nel 2003 il Premio Flaiano. È di giugno 2024 il più prestigioso Premio croato Vladimir Nazor per l’Opera omnia nel campo della letteratura.
Il documentario ne tratteggia la personalità eclettica attraverso i ricordi, gli aneddoti, le passioni artistiche, il suo amore per la cultura e quello per la moglie Višnja, a cui Machiedo è stato legato da una profonda intesa affettiva e professionale.
“Machiedo, straordinario mediatore culturale – così lo definisce Giuseppe Langella nel filmato – un uomo che sa entrare in rapporto non solo con i testi ma anche con le persone”. E a quella di Langella si uniscono le dichiarazioni di stima e apprezzamento di altri critici e colleghi, come Diego Bertelli, Valter Milovan, Snježana Husić, a testimonianza del suo importante contributo alla diffusione della letteratura italiana in Croazia e di quella croata in Italia.
Dal divano della sua casa di Zagabria, Machiedo si racconta, in modo diretto e informale, e parla dei suoi incontri con Pier Paolo Pasolini, Eugenio Montale, Italo Calvino, Giuseppe Zigaina. E poi con Nikola Šop, conosciuto negli ultimi dieci anni della sua vita, tra le due guerre, poeta che resta, insieme a Leonardo e Montale, tra gli autori per lui più importanti.. “Mi ha affascinato la sua visione della trasformazione dei sensi, dell’uomo cosmico e del rapporto con gli oggetti, sorprendente per la sua modernità, specie se consideriamo il contesto, un esiguo numero di quattro milioni di abitanti. Già prima della mia traduzione Šop aveva varcato i confini grazie alla traduzione di Wystan Hugh Auden”. Il volume, purtroppo, non vide mai la luce perché il poeta britannico scomparve poco prima della pubblicazione; se fosse stato allora tradotto in inglese, la fortuna di Šop sarebbe stata decisamente maggiore.
E, a proposito di multiculturalità, rievocando un Novecento attraversato da profondi mutamenti politici e ideologici dice: “Mi è toccato vivere in quattro Stati diversi, senza cambiare luogo e casa. Ogni volta ho cambiato documenti, istruzione, contesto politico. Sono stato sotto due guerre e alla terza, posso dire, non si sopravvive psicologicamente”. Riguardo alle patrie culturali acquisite, citando Croazia, Italia, Portogallo, Francia, Spagna: “mi hanno arricchito e completano la mia personalità. Tirando le somme, ho vissuto per circa 8 anni in Italia e, anche quando sono a Zagabria, la mia quotidianità è all’insegna della cultura italiana, vivo in Italia anche quando sono lì.”
Una passione per la lingua e cultura italiana che risale all’adolescenza, resa ancora più forte dall’influenza della madre, amante dell’arte e pittrice. Il racconto comincia da lontano. Dagli inizi come autodidatta – la grammatica italiana sotto gli occhi e una radio Marelli all’orecchio per ascoltare le canzoni di Sanremo – fino ad arrivare alla tesi di dottorato su Leonardo Da Vinci.
I racconti di vita, nel filmato, si legano alle immagini delle città in cui ha soggiornato e insegnato, molte delle quali italiane: Pisa, Firenze, Padova, Udine, Trieste, Roma, Reggio Calabria, Taormina, Catania, Trento, dove ha insegnato letteratura italiana agli italiani. Machiedo ne racconta le atmosfere, meteorologiche, culturali e umane. Due le puntate girate a Trieste, una alla Facoltà di lettere a Spalato durante una conferenza, altre nella sua casa di Zagabria.
I suoi soggiorni più lunghi sono stati in Toscana, due anni presso la Normale di Pisa, abitando a Lucca, e molti mesi a Firenze. “Mi sento toscaneggiante, anche culturalmente. Le regioni italiane con cui mi sento più in sintonia, oltre alla Toscana? Le due più estreme, il Veneto, anche per motivi di vicinanza, e la Sicilia, dove ho soggiornato parecchie volte, anche per l’amicizia pluriennale con Bartolo Cattafi.”
Come ogni progetto video promosso e realizzato dalla Comunità Croata di Trieste – Hrvatska Zajednica u Trstu, il documentario verrà distribuito sia in territorio italiano che croato. Verrà anche proposto alle televisioni croate e italiane e, in parallelo, alle grandi piattaforme di streaming quali Amazon Prime Video e Arte.Tv.
“Un progetto – commenta J.C. Damir Murkovic – che nasce dalla volontà di raccontare Mladen Machiedo come uomo oltre che come intellettuale e accademico. Il fine è quello di diffondere un contenuto di valenza culturale e storica in entrambi i Paesi, proponendo uno scambio intellettuale teso alla conoscenza reciproca.”
“L’intesa umana e intellettuale – afferma Cristina Bonadei, curatrice del documentari – che si è venuta a creare durante la serie d’incontri sui poeti e la poesia croata contemporanea svoltasi a Trieste nella primavera del 2023 e promossa dalla Comunità Croata di Trieste, si è evoluta in questa narrazione documentaristica, ma l’essenza è quella di un confronto informale, quasi allo specchio, fuori da ogni schema e impostazione”.





